INVESTIMENTI TEMATICI, A.I. : SE FARE IL +90% IN UN ANNO VI SEMBRA POCO
di Luca Della RosA | pubblicato il 30 ottobre 2022
15 Aprile 2021
Forse una parte della complicità in questa accelerazione, l’ha avuta la particolare situazione che stiamo vivendo, ma le potenzialità dell’intelligenza artificiale sembrano non avere limiti, ed uno dei fondi che ho avuto modo di consigliare ai miei clienti su questo tema, ha performato oltre il +90% in anno... e continua a crescere! Le previsioni, sembra che evidenzino che il trend fantascientifico non sia per niente finito, anche in un’ottica di lungo termine.
Già nei decenni precedenti, centinaia di film e libri, ci hanno fatto fantasticare sui mondi straordinari caratterizzati o addirittura governati dall’intelligenza artificiale, ed oggi nessuno si è ancora reso davvero conto che quel futuro è qui, e che l’intelligenza artificiale già governa e caratterizza le nostre vite in molti aspetti. Semplicemente non ce ne accorgiamo, ma oggi l’intelligenza artificiale tocca molti ambiti a vari livelli, è davvero parte di noi e della nostra vita. E’ presente nel nostro smartphone, nella nostra auto, nelle nostre case quando vogliamo accrescere il livello di comfort e comodità. La utilizzano le imprese per ottimizzare i processi industriali o per meglio servire i propri clienti. Viene usata dai social network sui quali ormai possiamo dire di vivere dentro, e l’avvento del Covid ha accelerato gli investimenti verso questa tecnologia da parte di moltissime aziende, per affrontare le nuove tematiche legate allo smart working, ma anche alla continuità di produzione anche in assenza dell’uomo. Una vera e propria rivoluzione industriale stimolata in primis dalle nuove tecnologie emergenti, di cui, l’intelligenza artificiale (AI) ne è divenuta la forza principale.
USA e Cina sono le due potenze che si giocano il testa a testa nel concorrere a questa tecnologia. Cruciali sono gli investimenti nella manifattura avanzata per l'industria del futuro, in aree come i robot industriali, gli algoritmi per le diagnosi delle malattie, le auto a guida autonoma, i robot. Già l’ex presidente Trump con le azioni del suo governo aveva cercato di mantenere il primato Usa nell'hi-tech, messo a rischio dalla lunga marcia tecnologica cinese. I mercati si attendono che anche la nuova amministrazione Biden programmi in agenda il tema dell’intelligenza artificiale. In ogni caso gli Stati Uniti dominano ancora il mercato con più di 1.000 società di AI, e molte di esse detengono un elevato numero di brevetti. Nomi che già dominano il mercato dell’Hi Tech, tra i quali Google, Facebook, Salesforce e Microsoft, ma anche numerose start-up sconosciute ai più ma si evidenziano tra gli addetti ai lavori, tra le quali Nuro, UiPath e Avant. A seguito di uno studio condotto dalla World Intellectual Property Organization, il maggior numero di brevetti AI (8.290 invenzioni) a livello mondiale, è stato registrato dall’IBM, mentre è seconda Microsoft, con 5.930 invenzioni.
L’intelligenza artificiale (AI), però per poter funzionare richiede la possibilità di analizzare enormi quantità di dati in tempi brevissimi, e ciò richiede hardware potenti, e anche in tale ambito, il dominio è ancora statunitense, grazie a società quali Nvidia e Intel che producono processori e tecnologie di archiviazione veloci.
La Cina però non sta a guardare. Gli ultimi due programmi quinquennali di Pechino sono volti a promuovere l’intelligenza artificiale verso un ampia applicazione alle industrie e ai settori chiave del paese, investendo sull’AI di nuova generazione con l’obiettivo di rendere il Paese il centro mondiale per l’innovazione in questo settore entro il 2030.
In un rapporto pubblicato all’Innovation Forum di Shanghai nel corso del 2019, in Cina sono stati depositati oltre 30.000 brevetti e 28.700 studi sull‘intelligenza artificiale, con un incremento rispettivamente pari al 52,4% e 12,4% rispetto all’anno precedente. Il documento citato ha inoltre evidenziato come la Cina negli ultimi cinque anni sia stata capace di produrre 21 studi classificati tra i primi 100 più citati al mondo, seconda solo agli USA in questa particolare classifica.
Nel solo 2020, oltre 210mila nuove imprese cinesi sono nate legate all’AI, con un aumento del 45,27% anno su anno, e quasi 950mila aziende cinesi hanno attività nei settori dell’intelligenza artificiale, elaborazione dati, cloud computing, riconoscimento vocale, delle immagini e del linguaggio naturale. Insomma viene stimato che il mercato cinese dell’AI dovrebbe toccare quota 12,75 miliardi di dollari entro il 2024.
D’altronde una previsione di questo tipo l’aveva fatta uno studio di PricewaterhouseCoopers nel 2018, dove si sosteneva che il 30% dei lavori attuali sono a rischio automazione entro il 2035, e tra questi il 44% dei lavoratori con bassa formazione rischiano di essere sostituiti da macchine. Inoltre questo stesso studio prevede che l'automazione legata all'intelligenza artificiale possa spingere il PIL globale di 15mila miliardi di dollari nel 2030 e questo dato rende l’AI, la più grande opportunità dell’economia mondiale.
Tornando al fondo in questione, non solo ha avuto questa performance straordinaria nel 2020 (+90%), ma negli in tre anni ha ha ottenuto comunque una performance complessiva del +147,1%, restando primo in classifica nella categoria azionario robotica.
La differenza sembra sia stat determinata da una strategia unica che considera l’ampio impatto dell’intelligenza artificiale sull’economia globale, una strategia che non ha concorrenti diretti.
Comunque sono molti i fondi tematici che anche a seguito della situazione particolare che stiamo vivendo, offrono forti prospettive nel tempo e quindi opportunità di investimento, per le quali rimango a disposizione con chi vuole approfondire previo contatto per appuntamento in presenza o a distanza (telefono, email, videocall).
